martedì 17 febbraio 2015

Bagagli culturali

Sono volati quattro mesi da quando siamo atterrati a Den Haag e mi sembra incredibile che siamo quasi al secondo trasloco, entrambi alle prese con i nostri primi lavori, la ricerca della nuova casa e il tempo che cerchiamo di ritagliare per noi, per i nuovi amici, e per le video chiamate con gli affetti lontani, corriamo come palline di un flipper mentre la pelosetta cerca di starci dietro rincorrendo il suo gomitolo. 
Siamo felici, perché cominciamo a sentirci parte di una comunità che si muove con noi, il senso di oppressione da staticità che mi perseguitava in Italia l'ho decisamente lasciato nella patria natia.
È davvero incredibile la quantità di gente che abbiamo incontrato, sfiorato, conosciuto e con cui ci siamo confrontati, gli olandesi sono un popolo dalla cortesia innata e con orari che a me sembrano very comfortable ;) abbiamo conosciuto expat come noi, appena arrivati ognuno dal proprio paese carichi di determinazione e voglia di cominciare un nuovo percorso, qualcuno più spaventato e un po' smarrito, altri con più esperienza e già perfettamente integrati, ognuno col proprio bagaglio di emozioni, esperienza e cultura.
Eh già quel bagaglio in cui ognuno sceglie cosa mettere e cosa lasciare... 
Perché generalmente quando si cambia paese, le vecchie abitudini andrebbero lasciate nel passato, per prepararsi a nuovi ritmi e nuove abitudini con la mente aperta verso un paese che avrà proprie norme abitudini ed essenzialmente una visione differente.
Però diciamocelo l'italiano verace è passionale, a certe abitudini a certi modi d'essere lui ci è affezionato e non ci sta proprio a lasciarle a casa.
Innanzitutto bisogna chiarire che esistono Italiani e italiani, non a caso l'iniziale maiuscola nel primo caso. 
Gli Italiani sono quelli che quando ti incontrano si fermano a fare conoscenza, sono cordiali e disposti a chiarire ogni tuo dubbio legittimo da neo expat, e ti riempiono di link e consigli di ogni genere, dal supermercato più conveniente a dove trovare i migliori prodotti per la cucina italiana, orientale o Suriname (che tra l'altro io ho scoperto qui e me ne sono innamorata) conoscono gli uffici ai quali devi rivolgerti per fare questo e quello e sanno indicarti dove assaggiare i migliori piatti tipici olandesi; sono anche ragazzi come noi, appena arrivati, con cui far fronte comune e condividere le ambite informazioni nonché le rispettive esperienze, dall'affitto di una camera o un appartamento ai primi  colloqui per cercare un qualche lavoro, perché poco importa all'inizio se devi reinventarti, o fare qualche passo indietro in termini di carriera, la massima aspirazione è riuscire ad entrare nel mondo del lavoro, incosciente del fatto che stai per avere a che fare con gli altri italiani quelli con la i minuscola, ve li ricordate? 
Questi sono molto più negativi e generalmente hanno una lista chilometrica di difetti circa il paese  che li ospita, vivono lontano dall'Italia da diversi anni, ma non sono mai riusciti ad integrarsi e si sorprendono se esprimi il desiderio di imparare l'olandese (che tra l'altro io trovo sia una lingua davvero affascinante ed essenziale se si decide di stabilirsi in Olanda e si vuole entrare nel vero mondo del lavoro) per loro non c'è niente meglio dell'Italia, magari ti offriranno un lavoro nel proprio ristorante, si solitamente sono gestori di ristoranti, ma non è una regola, ovviamente a nero con orari assurdi e rigorosamente sottopagati, ti chiedono il curriculum e dopo ti chiedono perché l'hai presentato in inglese, credo, semplicemente, che vivono male la propria condizione di expat, facendo così, vivere male anche chi gli sta intorno.
Riflettendo su queste storie, ascoltate e vissute, non riesco a capire come si può scappare da un paese come il nostro in cui non è rimasto molto da salvare, di cui tutti si lamentano e che spesso scaturisce in noi sentimenti contrastanti di amore e odio, senza cambiare un po', insomma si cerca la propria strada all'estero sperando che i sacrifici che si faranno non resteranno vani e poi si continua a vivere commettendo gli stessi errori che hanno contribuito a distruggere il paese da cui scappiamo?
Insomma nel proprio bagaglio ognuno mette se stesso nel bene e nel male, forse per vivere tutti meglio  un espatrio bisognerebbe solo imparare a preparare per bene i propri "bagagli", certamente quattro mesi sono pochi per avere un idea chiara, e questa è solo la teoria che si sta formando in me, vedremo se col passare del tempo troverà fondamenta o resterà solo un idea sbagliata di una ragazza all'inizio di un nuovo cammino con tanta carica dentro. 

2 commenti:

  1. Che bello questo post! Hai proprio ragione, esistono Italiani e italiani, ne ho conosciuti diversi anch'io mentre ero in Kuwait. Quelli con la I maiuscola sono quelli che ti danno la carica, la gioia e la voglia di affrontare un nuovo paese, anzi ti aiutano a trovare nuove stimoli e goderti il nuove espatrio. I secondi, quelli con la i minuscola, sono quelli che sarebbe meglio rimanessero in Italia, vista la negatività e il pessimismo di cui si circondano.
    Io attualmente sono in Italia, ripartirò questa estate, e come hai detto tu, mi sento oppresso dalla staticità e da una quotidianità che non mi appartiene, perché mi manca l'interazione con una nuova cultura, con la gente che arriva da tutto il mondo e non vedo l'ora di rimettermi in gioco.
    In bocca al lupo per la tua nuova avventura, credo tu abbia iniziato con lo spirito giusto!

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  2. Grazie a te per avermi dedicato un po' del tuo tempo :)
    Ti auguro anch'io in bocca al lupo per la tua prossima avventura e buona fortuna per il tempo che trascorrerai in Italia :P
    Ancora mille grazie e viva il lupo ;)

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